Era un uomo senza paura. Si sentiva forte ed orgoglioso, potente ed imperturbabile. Si sentiva in grado di dominare chiunque lo circondasse, dall'alto della sua sicurezza. Non perdeva occasione di giudicare, denigrare, disprezzare chiunque non la pensasse come lui, non agisse come lui, non fosse come lui o superiore a lui secondo quelli che erano i suoi canoni ideologici.
Il suo nome era Stark. E non era nessuno.
Stark aveva una famiglia felice,era una persona rispettata da tutti: chi ebbe la fortuna di conoscerlo superficialmente si costrui un'opinione ottima di quell'uomo. Coloro che furono, volenti o nolenti, ben giudicati da Stark possedevano di lui la più alta stima. Era facile sentirlo apostrofare come "un uomo con la testa sulle spalle" o anche "una persona splendida", ed ancora "affascinante quanto educato".
Era una persona che sapeva il fatto suo, era convinto di ciò che faceva e di ciò che pensava: non dubitava dei suoi pensieri se non si trovava costretto a farlo da una persona moralmente o soprattutto socialmente "superiore" a lui: per lui era sufficiente sentirsi inferiore ed a quel punto chi gli stava di fronte era in grado di condizionarlo.
Stark era per tutti l'uomo modello, e la sua apparenza non permetteva altro giudizio che quello.
Ma dentro di sè era debole, era una persona che cercava di incoraggiarsi per poter affrontare quell'io che gli apparteneva, quell'io che tutti conoscevano.
Era un peso insopportabile, ma Stark non se ne rendeva conto, e qui risiedeva la sua debolezza: non riusciva a comprendere gli altri. Desiderava così tanto apparire gioioso e felice quanto laborioso e concreto che non riusciva assolutamente ad utilizzare l'intuito, la comprensione, l'intelligenza e la duttilità di pensiero nei confronti di chi gli stava intorno. Si era costruito una corazza di sabbia, era sufficiente dell'acqua per distruggerla e lui non lo permetteva: rifiutava tutto ciò che fosse contro il suo modo di pensare, il suo credo, le basi sulle quali era cresciuto.
Stark era razzista, una persona fortemente intollerante. Coloro che non gli andavano a genio meritavano il disprezzo e la calunnia: se non avevi la sua stessa opinione eri inferiore, se non agivi come lui eri inferiore, se non agivi come lui avrebbe consigliato eri inferiore. Quando la paura di veder sgretolata la propria corazza lo attanagliava, la cecità che sopraggiungeva rendeva inutile tutto e tutti al di fuori di sè stesso. Ed a quel punto attaccava, autoritario e deciso dettava legge, toglieva ogni libertà d'espressione e di pensiero a chi gli stava accanto e , terrorizzato, elargiva dolore a chi lo circondava.
Stark aveva tra i suoi obbiettivi quello di rendere la propria famiglia felice, agiata, plasmata secondo i suoi canoni, le sue idee ed i suoi modi di fare. Non si rendeva conto che facendo soffrire tutti al di fuori dei suoi cari rendeva se stesso una persona inutile, un uomo inferiore come lui soleva ripetere quando parlava degli altri. Quella sicurezza regalatagli dal lavoro, dal senso di protezione nel quale era cresciuto (e che non gli permise di sviluppare altre forme di intelligenza al di fuori di quelle pratiche e dedicate al proprio lavoro), dal suo stile di vita, dava alla sua mente la morfina necessaria a non sentir dolore, a non soffrire più del dovuto, a non abbattersi.
Stark era una persona egoista ed arrivista, un uomo il cui unico obbiettivo era possedere sempre di più, ed il cui unico metro di paragone era il denaro: quando si trovava in difficoltà con qualcuno gli bastava pensare a questo per riuscire a controllare le proprie emozioni ed a dominare le difficoltà. Viveva con un senso di superiorità che amava e che mai avrebbe abbandonato.
Stark non si rese conto di quanto il mondo fosse pieno di atroci sofferenze e di ingiustizie. Non desiderò sforzare la sua mente nel comprendere ciò che andava oltre il suo lavoro e la sua famiglia. Si disinteressò delle conseguenze dei suoi comportamenti se queste non comportavano problemi nella "palla di vetro" in cui viveva. Era totalmente indifferente a ciò che non lo riguardava e, cosa ancor peggiore, inutilmente crudele con il mondo contrario ai suoi principi.
Stark non vive più, un incidente stradale se l'è portato via: la sua auto non ha retto i 150km/h e l'alcol ingerito dal conducente. Salutato da tutti con un gran funerale, coloro che da lui avevano ricevuto favori ed apprezzamenti desiderarono stargli vicino fino all'ultimo, spinti dalla gratitudine e dall'egoistico narcisismo.
Stark non comprese chi aveva davvero bisogno del suo aiuto, chi la pensava diversamente, chi agiva diversamente da lui. Non seppe andare incontro ai sofferenti nonostante i guadagni, nonostante la vita privilegiata che si era costruito (e che gli avevano costruito attorno). Stark non verrà mai ricordato per aver cercato di capire chi non la pensava come lui, non verrà mai rimembrato per ciò che aveva fatto per il prossimo. Non seppe comprendere la realtà del mondo in cui viviamo, non riuscì ad "abbassarsi" al livello di chi aveva mezzi inferiori per vivere agiatamente o semplicemente per potersi esprimere liberamente. Stark non verrà mai ricordato per niente che non abbia mai rappresentato in qualche modo un tornaconto positivo per lui.
Non ha lasciato nulla di sè che possa sopravvivere negli anni a venire.
Il suo nome era Stark. E non era nessuno.
Andrea Bidin
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