Il chiasso della cittàrisveglia le sue membra intorpiditequell'attività freneticaacuisce il suo disagio
L'odore del caffe obnubila i sensicome in un gesto di beneficenzatentativo estremo illusoriamente riuscitodi rilassare il suo animo
Lo studio lo coinvolgepiù per necessità che per piacereLa sua mente vaga altroveraggiungendo luoghi d'ogni dove
La radio trasmette canzoni d'annatacon lui han ben poco da spartireeppure le ascolta con fare annoiatodi chi suo malgrado è costretto a subire
Le avances del cibo non lo ringalluzzisconorappresentano solo un passatempocon cui allungare il brodo di quell'esistenza così sofferta
La lancetta scorre inesorabilementre il chiasso dei fanciulli un poco lo disturbacamminare di pomeriggio negli anfratti della cittàaiuta costui ad allontanare i pensieri
I colori della tv sono ormai tutti ugualiil grigiore contenutistico lo esauriscela banalità degli individui lo infastidiscela mordacchia sull'informazione lo avvilisce
Il cielo stellato annuncia la giovane notteil cotone del pigiama da sollievo finalmentedi rilassarsi non v'è modo ultimamentela tensione lo accompagna costantemente
Internet è per lui una bestia immondasempre capace di dissuaderlo sempre capace di illuderlosempre capace di esaltarlo
Vorrebbe domarlo come un toreroma si ritrova infilzato da un toroche fa della realtà il suo giocattoloe della fantasia la sua arma da taglio
Il libro sul comodino sembra quasi un castigoil letto ordinato è una magra consolazioneil calore delle coperte serve solo a ricordarequand'è stata l'ultima volta in cui si è sentito migliore
Perchè quello del dovere è un senso inevitabilema quello di colpaè un senso inaffabile
I muscoli si distendonoil silenzio torna a dominaresi serrano i denti con forzae le immagini ricominciano ad illuminare
Andrea Bidin
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