6 marzo 2011

Amico disagio





Il chiasso della città
risveglia le sue membra intorpidite
quell'attività frenetica
acuisce il suo disagio

L'odore del caffe obnubila i sensi
come in un gesto di beneficenza
tentativo estremo illusoriamente riuscito
di rilassare il suo animo

Lo studio lo coinvolge
più per necessità che per piacere
La sua mente vaga altrove
raggiungendo luoghi d'ogni dove

La radio trasmette canzoni d'annata
con lui han ben poco da spartire
eppure le ascolta con fare annoiato
di chi suo malgrado è costretto a subire

Le avances del cibo non lo ringalluzziscono
rappresentano solo un passatempo
con cui allungare il brodo 
di quell'esistenza così sofferta

La lancetta scorre inesorabile
mentre il chiasso dei fanciulli un poco lo disturba
camminare di pomeriggio negli anfratti della città
aiuta costui ad allontanare i pensieri

I colori della tv sono ormai tutti uguali
il grigiore contenutistico lo esaurisce
la banalità degli individui lo infastidisce
la mordacchia sull'informazione lo avvilisce

Il cielo stellato annuncia la giovane notte
il cotone del pigiama da sollievo finalmente
di rilassarsi non v'è modo ultimamente
la tensione lo accompagna costantemente

Internet è per lui una bestia immonda
sempre capace di dissuaderlo 
sempre capace di illuderlo
sempre capace di esaltarlo

Vorrebbe domarlo come un torero
ma si ritrova infilzato da un toro
che fa della realtà il suo giocattolo
e della fantasia la sua arma da taglio

Il libro sul comodino sembra quasi un castigo
il letto ordinato è una magra consolazione
il calore delle coperte serve solo a ricordare
quand'è stata l'ultima volta in cui si è sentito migliore 

Perchè quello del dovere 
è un senso inevitabile
ma quello di colpa
è un senso inaffabile

I muscoli si distendono
il silenzio torna a dominare
si serrano i denti con forza
e le immagini ricominciano ad illuminare

Andrea Bidin

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