27 luglio 2010

L'urlo

Come palla incatenata
trascinano le proprie ombre.
Le piogge e il sole stagionano
scorze durissime sul cuore
mentre le radici si allentano
e vacillante procede il passo.
Ritrovi come spelonche di ladri
manie, vizi, tic, fughe da se.
Catene, son care al tiepido
come filo da sarta cuciono
tenendo insieme il vestito
della propria debolezza.
Profani tanto di sagrestie
quanto di bettole e osterie.
Corsi d'isteria a domicilio
dottrine e comandamenti
per traffici sentimentali.
Piazzisti di opinioni e caratteri
serpeggiano lieti insegnanti.
Architetti di muri tra gli animi
ingabbiano egoismi in arene
come galli da combattimento!
Mescitori invitano in canti lacerati
a sfogare l'esistenza tutta
in maestosi gran finali da osteria.

E tu ridi, pagliaccio!
Anche l'allegria è spillata da fusti
sigillati al tuo discernimento
e fosse anche inconsciamente
ne mendichi assetato i mieli
che riarroventeranno la tua bocca!

Ed io preparo il canto...
pallido il viso
allungato il collo
sbarrando gli occhi
a bocca spalancata
eseguo l'urlo...


Pino Tantari

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