"Non sono stato io, io non sono nessuno"
Cosi si apre una nuova pagina di cronaca politica italiana, con le parole sensate di un insensato.
Oggi Domenica 13 dicembre 2009 un uomo, tale Massimo Tartaglia, ha colpito il premier Berlusconi sul volto con un souvenir rappresentante il Duomo, provocando una ferita da contusione che ha fatto fuoriuscire sangue e che lo obblighera ad almeno due giorni di controllo medico.
Ovviamente dopo il gesto c'è stato il classico gioco delle parti, La Russa ha rincorso l'uomo immobile che aveva colpito Berlusconi credendo avesse un tirapugni fra le mani e parlando, avverte che dell'aggressore sarebbero rimasti solo "pezzetti"(probabilmente aveva ascoltato De Andrè poco prima), Bossi parla di terrorismo e Di Pietro di istigazione.
La Carfagna e Schifani avvertono che tutto ciò è provocato dalla sinistra e dal clima che stanno portando avanti dalla bocciatura del Lodo Alfano a questa parte.
Proprio di questo volevo parlarvi cari lettori, è da quel giorno che in Italia si sperava di poterci liberare di Berlusconi.
L'aria sembrava meno cupa e lo spleen allontanarsi e diramarsi dalle nostre teste.
Invece a cosa siam giunti con questo gesto, quando tutto pareva essere per il "popolo Viola" più semplice, il Premier vien trasformato nel nuovo Pisistrato da un sol uomo e dal suo fare violento.
Nuovo argomento va ovviamente approfondito, quello del gesto ultimo, del gesto "violento".
Sicuramente la violenza è l'ultima delle strade da percorrere ma in alcuni casi non c'è possibilità di far cambiare idea a uno o più individui attraverso le idee, a volte ci son luttuosi attimi in cui siamo costretti a prendere decisioni.
Queste decisioni seppur terribili e spaventose agli occhi di chi le osserva nel presente e ancor più da chi le osserva col senno di poi sono, ripeto, a volte, necessarie.
Poichè se anche la parola rimarra sempre più forte del pugno e del bastone, il significato dietro ad essa può essere corrotto.
Da suddetta corruzione nasce il seme del dubbio, instillare tale dubbio è l'arma preferita da chi ha il potere.
Tenere sotto scacco le persone in modo tale che alcuni ti adorino, anzi idolatrino e altri ti detestino se non bestemmino, ma che tutti, non facciano niente per cambiare, vuol dire riuscire a rendere stabile non solo la tua poltrona, ma ,trasformare quel poco di intelligenza che il tuo popolo ha in immobilismo culturale e ideologico.
Quando una persona capisce che anche se si ribella non cambierà niente, nonostante possa essere molto intelligente, perspicace, e sveglio nel dialogo e nei concetti, non troverà una motivazione per continuare.
Il sacro fuoco che serve, a tutti coloro che vogliono sfidare ciò che è marcio, diviene fatuo vessillo di vanità e si dissipa nella noia imperitura dell'invisibilità ideologica.
Non c'è niente di peggio che urlare il proprio cancerogeno sfogo e non essere minimamente uditi da anima alcuna, che essa sia affine o opposta.
Il fatto che la tua parola, la tua "credenza" venga, non snobbata, ma inascoltata ti rende iroso e annoiato, iroso verso chi parla e modifica il pensiero del branco in qualcosa per cui altri termini non trovo se non "stupidità" e annoiato verso la propria società ricolma di cyborg che vorticano attorno a un cervello madre.
E questo il clima che ha generato questo attentato, un clima creato a sua volta dal controllo pressocchè totale che il premier ha su i mezzi di informazione.
Il fatto che ormai un popolo di lobotomizzati, che sono ontologicamente dalla sua parte in una maniera non dissimile all'attaccamento che avevano gli egizi verso i loro faraoni\dei, accettino qualsiasi cosa fatta o detta da quell'uomo perchè non sono più abituati alla critica o anche al semplice buon senso fa disperare le persone che invece un pizzico di cervello c'è l'hanno ancora.
E' a questo punto che la persona non ne può più di urlare e cerca un'altra via, forse la peggiore, sicuramente la più disperata.
A volte il bastone è tutto ciò che ci resta perchè il significato dietro le parole può essere più deleterio di una sassaiola lapidaria. A volte la forza è l'ultimo gesto che la incomprensione altrui può capire e che nella sua infame fallacità è pura.
Come un Guy Fawkes odierno combatte il fuoco della parola corrotta con la glaciale violenza del gesto illibato.
Dov'è il problema dell'equazione ?
Si trova in quella cosa che si chiama abilità prospettica.
Trasformare un gesto disperato in uno terrificante e anzi "terroristico", ecco dov'è l'inghippo, dov'è l'errore.
Come un attimo di follia rende vani mesi di lotta contro un potere che sembrava potesse davvero vacillare.
Cosa succederà adesso ?
Semplice tutti coloro che stavano già con Berlusconi si uniranno ancor di più sotto la sua egida, creando una accozzaglia di individui pronta a tutto pur di difender il loro beneamato premier anche al silenzio accordante e assordante.
Tutti coloro che invece erano contro il premier si spaventeranno vedendo un qualunque commento di disaccordo verso chi critica ottusamente l'avvenimento, dilaniato dai soliti "indigniati" di piazza, quelle classiche comari che null'altro han da fare se non urlare allo scandalo.
Peggio potrebbe succedere, che questi contrari possano addirittura tenere per se le loro ricorrenze circa l'"attentato" e cosi cadere nella stessa colpa dei colpevoli.
Spero e credo che domani sotto la nuova alba, che a mio avviso segnerà l'inizio di qualcosa, un uomo solo potrà ergersi sopra tutti i tumultuosi codardi e dire con voce sferzante e italiano corretto, io non giudico ne condanno ma comprendo.
Dirà questo il satiro : "Quando il mondo intero è obnubilato da un'idea univoca e nessuno che possa prender parola la prende per difenderti, la tua unica difesa sei tu "
Forse questo potrebbe salvarci dai, altrimenti tragici, giorni che ci aspettano.
Infatti grazie a questo grave colpo al volto hanno una scusa per rendere tutto più "sicuro" apparentemente per tutti, ma in realtà per loro.
Hanno finalmente l'arma ultima, quella che non avevano fin'ora, hanno un martire e una scusa.
Hanno ciò che cercavano da tempo immemore, la prova incontrastata che i loro nemici vogliano eliminarli fisicamente e che non siano pronti al dialogo.
A nulla importa la motivazione, a nessuno dei suoi accoliti importerà una replica verbale da coloro che, per loro decreto, non se la possono più permettere.
Vedremo il drago e le sue teste sputar veleno e fiamme contro tutti coloro che ancora si dichiarono loro oppositori, definiranno questi ultimi coraggiosi, dei comunisti rivoluzionari ed anarchici che minano le fondamenta su cui lo stato italiano(o ciò che è rimasto) poggia le basi.
Il martire allora trascinerà la sua dilaniata pelliccia tra le strade trovando consensi da coloro che sfruttan sempre e solo i sensi.
Andrà per le case con il carro digitale e seminerà ovunque l'accordo, inietterà in ognuno il conformismo.
Correrà sui giornali il suo squillante messaggio, corromperà con il suono calcinante dell'indignazione anche il più attento degli occhialuti lettori.
Fino a poter placare e chiudere anche l'unico luogo dove persino il più restio degli uomini può parlare dietro la maschera protettiva della tela globale
L'ultimo bastione in cui possono liberamente girare le idee e commentare le suddette in tempo reale verrà smantellato, distrutto per una mossa azzardata commessa da un pover'uomo, che nulla posso fare in questo momento se non odiare con amarezza.
Poichè nel suo atto disperato.
Ha donato una scusa.
Ha dato loro un martire.
Ha concesso loro la vittoria.
Loro hanno vinto.
Hanno vinto loro.
Il vostro sempre più rattristato.
Davide Bidin.
Nessun commento:
Posta un commento
lo staff di laveritafamale ti ringrazia infinitamente per il tempo concessogli