"Guarda oltre lo specchio"
Dissi con tono calmo e suadente.
"Ammira il mondo nella sua completezza"
Mi schiarii la voce e ripresi a parlare, poggiai il gomito sul muro e spostai la tenda turchese con la mano destra.
"Non è forse cosa magnifica ?
Guarda il purpureo tramonto della città in Autunno, Osserva come le nuvole giocano col sole in quest'ultimo atto di vita e riposo.
Mentre le persone, che tronfie tornano nelle tane, con addosso quel ridicolo carico di vuotezza.
Non osano guardare il cielo, consci della paura che proverebbero, ricordando cosa vuol dire ascoltare la luce del vespro e fermarsi.
Anche solo per un istante.
Ad ammirare con sincera e pallida fierezza di esser vivi."
Mi voltai verso Nike, l'interessato, volente o nolente, del mio discorso.
Gridai stavolta rivolto alla sua faccia imbavagliata.
"Cosa mi dici adesso ?
Signor EROE (ridacchiai), cosa pensi ora che ti espongo la mia "visione delle cose" ?
Cosa hai ancora da recriminare alla mia idea di fare esplodere tutto ?
Vuoi rispondere lurido speleologo di culi rotti ?"
Avevo il suo volto a non più di dieci centimetri dal mio naso, lo guardavo con sguardo indagatore non dissimile da un modello che indica la coca col musetto.
Mi ritrassi stupidamente, colpito dal mio stesso modus operandi.
Non volevo parer gay.
Eppur lui sembrava non notare nulla, era impietrito.
Immobile.
Taceva.
Mi guardava, fisso nelle corde che lo tenevano alla sedia.
E taceva.
Con i suoi occhi azzuro turchese che non lanciavano sguardi di paura nè di timore, ma solo di ragionato controllo dell'Io e una certa pietà provata.
Probabilmente verso me.
Povero coglione.
Non io, Nike ovviamente.
Se qualcuno ha pensato il contrario è certamente un suo pari.
Dicevamo.
Lo continuai a fissare negli occhi, con cigli mezz'aperti aspettando una risposta.
Aspettai.
Aspettai.
Aspettai.
Alla fine sbottai.
"Possibile che ora non hai nulla da dire maledizione.
Eppure ne avevi da parlare quando volevi convincermi a non attuare il mio piano.
Ora stai muto ?
Certo sei imbavagliato ma se anche solo gemessi te lo toglierei.
Niente vero ?
Lo immaginavo"
Ci rimasi un pò male.
Da uno come Nike mi sarei aspettato.... che so, almeno una ritorsione, un tentativo di rivalsa su me.
Anche una semplice ramanzina.
Così non c'è gusto.
Invece niente, riamaneva immobile, muto, a fissarmi.
In quella stanza che ormai brillava di tenebre crepuscolari.
"Davvero non hai niente da dire ?
Incredibile"
Mi voltai verso il cielo violaceo.
"Non credevo, ma sai, le persone sono davvero fastidiose.
Guarda questo cielo ad esempio."
Mi voltai di scatto con sguardo spiritato, presi di forza il muto cocciuto.
"Guardalo un pò testina di cazzo"
Dissi a bassa vose, quasi glielo spifferai.
"Guarda questo tramonto.
A me permette di provare mille fottutissime emozioni.
Potrei rimanere a fissarlo per giorni se non fosse per il tempo; non mi concede tale gioia.
Quell'infame bavoso.
Eppure guarda, invece, coloro che si moltiplicano sotto lui."
Con un forte strattone gli feci ammirare la strada.
E mentre cambiai mano, per non far male alla mia delicata pelle con la corda, gli sbattei, letteralmente, la faccia contro lo specchio.
Mi avvicinai all'orecchio.
Dopo aver leccato con fare viscido l'interno, in maniera solo apparentemente malata, gli parlai in tono Opheliano.
"Dimmi un pò che ne pensi tu.
Guarda laggiù le mosche.
Si accontentano di leccar merda.
Non anelano ad altro.
Perchè non dovrei accontentarli eliminandone una buona parte ?
La bomba l'ho gia sistemata, basterebbe premere questo piccolo e miserevole bottoncino grigio.
Che dici lo faccio ?"
Chiesi con sguardo euforico e tono disdicevole.
Mi fossi sentito.
Mi sarei sembrato una ragazzina che per la prima volta lo stava per prendere in culo.
Lo guardai fisso negli occhi.
Lui era impassibile.
Lo stesso sguardo pietoso di prima.
Non disse niente.
Cazzo che due palle.
Evvabbhe va a finire che anche questo giro rimane un monologo il racconto.
Oh Ho questo non avrei dovuto dirlo.
Ehr Ehr fate come se non fosse successo niente cari lettori.
Godetevi lo show.
Se non vi piace andate a cagare.
Almeno avremo concime per nutrirci di ortaggi.
Tornando al volto di Nike.
Era mesto, la botta contro lo specchio gli aveva provocato una lacerazione visibile e disgustosa che gli stava facendo perdere sangue dal labbro.
Dopo aver pulito il sangue.
Con un fazzoletto che fortunatamente tenevo dentro la bottiglia di tequila.
Lo rimisi con un calcio ben assestato, presso lo sterno, nella posizione originale, davanti alla finestra, in modo tale che potesse ammirare quella razza schifosa in cui tante speranze ancora riponeva.
Speranza nella gente.
Nei loro sogni.
Nei loro ideali e nello loro azioni.
Nel bene insomma, conscio che l'uomo è sempre rivolto al bene verso sè e gli altri.
Povero coglione.
Una persona così deve avere un grand canyon al posto del buco del culo.
Ma tant'è.
"Perchè non vuoi parlare ?
Forse perchè credi che io non cambierei comunque idea ?
Forse credi che io sia irrecuperabile ?
E poi da cosa dovresti recuperarmi ?
Come se stessi facendo qualcosa di sbagliato.
Meritano la morte quei ratti.
Non vivono davvero, non sono esseri viventi.
Son solo uno stupido cancro che attanaglia questa splendida palla di fango.
Un cancro che non si rende conto della cazzutissima fortuna che ha.
Possiedono un intero mondo dal quale trarre emozioni, sensazioni e reazioni.
Eppure sprecano tutta la loro vita dietro banalità.
No, son sicuro.
Non vivono il mondo.
Lasciano che il mondo viva per loro.
Lasciano che il tempo li renda gusci vuoti, senza niente all'interno se non cruda carne stantia."
Dissi con voce simile al secondo cantante dei Van Hallen.
Guardai in cerca di un accordo il mio carcerato.
Non trovai altro oltre lacrime che scrosciavano lente lungo il suo viso.
Fighetta.
Poi con stupendo stupore mi accorsi.
Che le lacrime non eran per me.
Non erano pel mio discorso.
Erano per l'ultimo raggio lanciato come appiglio nel bagliore dell'abbaglio.
L'astro aveva fatto dono a Nike di quell'attimo di pura pace.
Di quell'istante incredibile che mai più si avvererà, mai più tornerà.
L'alba della vera nascita.
La meraviglia.
L'ultimo estro di un tramonto.
E altre cazzate poetanti del genere.
Incredibile.
Un uomo così, fastidioso e deprecabile.
Così ligio al dovere da non essersi mai posto alcuna domanda su cosa fosse giusto o sbagliato, solo su ciò che è bene e male.
Aveva pianto.
Bene e male ?
Differenza ben più facile da conoscere.
Ci sono molti untuosi e deliranti maestri in questa disciplina.
Ricordo ancora quando un prete da piccolo mi disse che dio divise il bene e il male.
Aggiunse in maniera quasi epica.(Guerre stellari Docet)
"Dio è ovviamente il bene, rappresenta tutto ciò che c'è di buono sulla terra."
Io risposi allora con vocina timida e innocente.
Se incontrassi adesso la mia controparte del tempo la prenderei a calci.
Che schifo.
Comunque, dissi
"Ma senza il male sulla terra, sai che noia"
Mi cacciarono da catechismo per due settimane.
Due delle settimane più belle della mia infanzia.
Evviva la libertà di parola e di pensiero urlò da un pilone di cemento un uomo onesto.
Un uomo probo.
Tralalàlalla Tralallalerò.
Cosa volete farci, è così che va la società.
Infatti Nike ha sempre fatto questo, seguire i dogmi degli altri.
Senza imporre le sue idee.
Senza mai vivere la vita, lasciandosi condizionare e facendosi usare dall'uomo e dalle leggi che la società gli ha imposto.
Il mondo invece è libero.
E Nike se ne stava accorgendo.
Aveva provato un'emozione grazie a quello sprazzo vesprante.
Che io non potrò mai provare.
Per il semplice fatto che io non ho visto quell'attimo.
"Occazzo.
Ora ho capito.
Ommerda.
Ora mi è tutto chiaro."
Guardai con sguardo ricolmo d'odio quell'uomo.
Quel pallido uomo disgustoso.
Uomo ?
Ma che uomo, un uomo è fatto anche con un organo che si chiama cervello, quello era un burattino.
Sbottai adirato.
"Mi stai truffando lurido bastardo vero ?
La tua è tutta una truffa per non farmi attivare la bomba.
Lurido e laido figlio di un cane lercio.
Ma io non ci casco, non ci casco.
Nono io son furbo sai"
Punticchiai con l'indice la tempia a intervalli irregloari.
Iniziavo davvero a delirare forsennatamente.
"Io so cosa ti ronza in testa:
"Ora faccio pensare al povero scemo che anche il più idiota degli uomini, può essere salvato.
Può provare anche se solo per pochi strafottuti istanti, le mie stesse emozioni."
Bhe non ci casco."
Ma forse.
Basterebbe che insegnassi io, che so dove e come guardare.
La mia arte.
"No non mi convinci vorace avvoltoio del bene.
Non riuscirai a farmi pensare, anche solo per un attimo, che l'uomo non è composto da una massa immobile ed esosa di turpi gasteropodi che s'agitano senza null'altro fare se non leccarsi a vicenda la propria bava.
Non può essere."
Singhiozzai irrimediabilmente.
Fighetta rotta e bagnata che non son altro.
Animo iracondo che hai ceduto il cuore alle stelle in cambio del calore.
Possa il tuo spirito esser dannato con l'anatema della passione.
Che le stelle possan sapere quanto il dolore è forte per me sciocco.
Sciocco rigattiere di istanti che voglion dire tutto e nulla.
Plasmatore di mondi.
Fighetta e null'altro che una troietta superchecca.
Ecco cosa sono.
(Ridono d'accordo i saggi)
Presi tra le mani Nike.
Lo presi per le spalle e lo strattonai.
Le mie lacrime e le sue creavano con la luce della luna, cristalli selenici di assoluta bellezza.
La mia deve essere davvero una malattia.
Comunque.
Dicevo ?
A si.
Guardai negli occhi il pupazzo che per la prima volta aveva scoperto di non aver solo stoffa entro sè.
Ma anche sangue ribollente e mente ridondante.
Tra le lacrime gridai a pieni polmoni.
"Non può essere vero.
La massa è il problema, non mi farai cambiare idea.
Ogni uomo può decidere di non seguirla, eppure tutti la seguono.
Ne attingono forza per andare avanti, ne son rapiti.
Come ?mi chiedo come ?
Un uomo, come son io, potrebbe pensare, anche solo per un'istante, che entro la massa vi siano singoli atomi di purezza.
Dentro quel grumo di viscosa diarrea ci possa essere l'incanto di una goccia di rugiada ch'io posso provare.
Uomini.
Di questo è fatta la massa ?
Non ci credo.
Non devo crederci.
Poichè gli uomini.
Possono davvero imparare a meravigliarsi.
Della semplice luce."
Rimasi in silenzio dopo quest'ultima frase.
Le mie pupille parevan balzar fuori dal cranio.
Mi gettai per terra, m'accasciai contro il muro.
Posai la testa sulla spalla destra.
Ancora gli occhi fuori dalle orbite, fissi verso l'ignoto conosciuto della stanza dei bottoni.
In contemplazione col mio intelletto che sentivo espandersi.
La stessa sensazione che ricercavo ogni minuto della mia vita.
La stessa sensazione che si prova nel momento in cui.
Capisci.
Che niente.
Sarà più come prima.
Incominciai a parlare con calma questa volta, un tono pacato ma non distaccato.
Non provare a immaginare un tono freddo adesso.
Mi incazzerei non poco se tu, immaginassi un tono gelido per quest'attimo di pura magia.
Stai pensando ad un tono caldo ?
Bravo.
Dicevo.
"Forse hai ragione tu.
Non meritano la morte.
Forse la massa non esiste davvero.
Semplicemente non devo guardare.
L'uomo.
Come entità assoluta, come "umanità".
Dovrei concetrarmi su ciò che ogni singola, misera, persona.
Può donarmi.
Ogni essere umano ha, almeno una volta nella vita, provato quell'attimo di vera gioia.
Voglio che me lo racconti."
Mi alzai ispirato, per la prima volta con sorriso da quando era iniziata quella schizofrenica discussione.
E dissi con tono e sguardo speranzoso, fissando le ultime persone che si erano attardate nel ritorno a casa.
"Ogni singola entità.
Così devo imparare a conoscere gli uomini.
Uno per uno.
Mai generalizzare una razza così piena di possibilità.
Così piena di ardore.
E di stupidità
Da tutti questi uomini, da queste....
Prospettive.
Devo trovare semplicemente.
Qualcosa da imparare, infatti ,seppur minima e ridicola, anche una lacrima è un'oceano di vita."
Finita la melanconica, sviolinata,smielata, ode alla filantropia.
Guardai ancora Nike e chiesi con tutto il fiato che mi era rimasto.
Ovvero ben poco.
"Raccontami la storia anima mia.
Del raggio che trasformò il burattino in uomo
Non essere conciso nè sbrigativo.
Neanche il tempo può rubarci.
Gli attimi"
Lui aprì la bocca dopo che gli tolsi il bavaglio e sussurrò, ancora estasiato.
"Fanculo al mondo e agli idioti che non lo vedono."
Bhe in realtà questo lo dico io adesso.
Mi son stancato di queste belle parole.
Volevo rovinarvi il finale ma porca puttana par impossibile.
Bhe un modo ci sarebbe.
Immaginatevi di scopare in acqua, al mare, con le mamme e i bambini vicini.
Immaginato ?
Bene.
Ora togliete dall'ultima frase la parola "vicini".
Spero abbiate riso.
Davide Bidin.
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lo staff di laveritafamale ti ringrazia infinitamente per il tempo concessogli